Marionberry Sour Ale utilizza l’omonima varietà di more americane coltivate da Birra Rogue.
Dall’Italia voliamo virtualmente negli USA a casa di Birra Rogue. Qui, nello stato dell’Oregon, in una grande fattoria coltivata a cereali e luppoli, si trova uno dei birrifici più rappresentativi della birra statunitense.
Dopo la Rogue Dead Guy Ale (Maibock) e la 7 Hop IPA (American IPA) tocca oggi a una Sour Ale, birra acida resa tale dall’aggiunta di more dell’Oregon coltivate nella fattoria del birrificio. Fa parte delle birre stagionali ed è disponibile unicamente durante l’estate.
Gli ingredienti: malto autoctono brevettato Rogue Farms Dare™, Monaco, C-15, malti acidulati; luppolo autoctono Rogue Farms Liberty, Rebel; fermentata con lievito Kolsch (alta fermentazione, tipicamente fatto lavorare a temperature fresche). A quanto pare oltre alle more Marionberry ci sono anche le prugne.
Bottiglia da 33 cl, .5% ABV.
Aspetto
Colore ambrato scuro tendente al rame e venature brunastre. Aspetto opalescente. Cappello di schiuma consistente, fine e pannosa, di colore crema, poco persistente.
Aroma
Al naso dà l’impressione “dolce” della frutta rossa a cavallo tra le gelatine alla frutta (Morositas) e il sapone ai frutti rossi. Fresca, acidula, la mora porta con sé memorie di bosco. La accompagnano sentori di fragoline, frutti di bosco in genere e ciliegie. La componente sour si divide tra acetico (aceto di vino rosso) e lattico (yogurt). Assenti i luppoli e anche i malti.
Gusto
Corpo da medio a pieno, carbonazione vivace e sensazione tattile avvolgente. Il sorso è apparentemente dolce ma in realtà nasconde le unghie, anche abbastanza affilate: da una parte l’acidità da frutti rossi, dall’altra l’asprezza della mela. La dolcezza iniziale fa intravedere quella componente maltata che è mancata al naso (cereali, miele di acacia, brioche). Il resto del percorso gustativo è sotto l’effige rossa.
In mancanza di amaro spetta all’acidità il compito di ripulire e chiudere il sorso e chiudere in secchezza. Proprio quando pensi che sia tutto finito accade una piccola magia: il gradevole tepore etilico e la eco citrica (limone, arancia) del retrogusto. Con le dovute differenze azzardo il paragone con le Flanders Red Ale, soprattutto per l’abbondante componente fruttata.